Il vino di un’orecchia!

Di Henry Vandyke Carter – Henry Gray (1918) Anatomy of the Human Body (See “Libro” section below)Bartleby.com: Gray’s Anatomy, Plate 904, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=566846

Sto leggendo, in maniera compulsiva, le fantastiche “Note azzurre” di Carlo Dossi, quando mi imbatto nella 4245 che fa in questo modo: «…Vino de una oreja – ossia buon vino, perché chi scuote la testa mostrando così le sue orecchie dà segno che il vino che beve non gli piace, al contrario di chi soddisfatto di quanto beve, china la testa verso il bicchiere e così mostra una orecchia sola. E poi si dice che le immagini ardite non hanno popolarità! Altra frase ardita e pittorica è quella che si usa in Borgogna per indicare taluno che mangia male per vestire bene “ha budellla di velluto e di seta”».

Il riferimento è al proverbio spagnolo “Vino de una oreja, prendado me deja; vino de dos, maldígalo Dios” (Il vino di una orecchia mi lascia incantato; il vino di due, Dio lo maledica).

Allora vado a curiosare in giro e trovo che Fleury de Bellingen, nel 1656, scrive una cosa simile: «Jamáis vin á deux oreilles ne nous fit diré des merveílles” (Nessun vino a due orecchie ci ha mai fatto dire meraviglie).

E così continua nei suoi Les Ilustres Proverbes[1]: SÍ aprés avoir bu, j’avais branlé les deux oreilles et tourné et remué la tete à droite et à gauche, j’aurais montré par ce signe dédaigneux que le vin ne m’agréait pas» (Se, dopo aver bevuto, avessi mosso entrambe le orecchie e avessi girato e scosso la testa a destra e a sinistra, avrei mostrato con questo segno di disprezzo di vino che non mi piaceva).

Meraviglia! Introdurrei un’orecchia, e una sola, dopo chiocciole, grappoli, numeri, bicchieri, pallini… come simbolo di riconoscimento della bontà assoluta di un vino. Ma, per la prima volta, una sarebbe il massimo e soltanto due il minimo. Vie di mezzo non ci sarebbero.


[1] Fleury de Bellingen, L’Etymologie ou Explication des Proverbes François, divisée en Trois Livres par Chapitres en forme de Dialogue. Avec une Table de tous les Proverbes contenu en ce Traicté, Chez Adrian Vlacq, 1656