Lunga vita al Presidente! Il nuovo Statuto Sociale A.I.S.

 

…lunga vita al Presidente
lunga vita al Presidente
non si svende non si svende
neanche se non funziona
neanche se non funziona
niente saldi di speranze
niente saldi di esistenze
niente voti alla Madonna
e data l’ora
l’aspetto
la cattiva reputazione
le voglie sconfinate
la necessità di infinito
raffina i sentimenti
trasgredisci i rituali
vali molto di più
di un aumento economico
meriti molto di più di un posto garantito
che non avrai che non avrai …”
 

CCCP Fedeli alla linea, ‘Manifesto’, dall’album ‘Socialismo e barbarie’, 1987 Virgin Records

 

A soli tre anni dall’approvazione dello Statuto sociale dell’A.I.S., avvenuta il 6 settembre 2010, la più nota associazione di sommelierie italiana si appresta, il prossimo 27 giugno, ad approvarne uno nuovo. La notizia viene data in pompa magna sul sito nazionale dell’associazione stessa (sulla destra in alto): “L’evoluzione è nel nostro DNA”. Se di DNA si parla, è abbastanza chiaro, da una prima scorsa del nuovo statuto, se paragonato a quello precedente, che si tratta di DNA ricombinato. Senza essere giuristi di lungo corso quello che emerge con forza dallo Statuto sociale sono i nuovi poteri attribuiti al Presidente. Insomma, ciò che costruisce il nuovo patto associativo dell’A.I.S. è di chiara marca presidenzialista. Se l’evoluzione va in quella direzione, allora siamo in linea evolutiva. Per me, che provengo da cultura altra, credo di no. Gli organi sociali, in ordine di importanza sono sempre gli stessi: 1) L’Assemblea dei soci; 2) Il Consiglio Nazionale; 3) la Giunta Esecutiva Nazionale; 4) il Presidente; 5) Il Vice Presidente; 6) il Collegio dei revisori dei Conti.

Il Consiglio Nazionale si compone dei Presidenti delle 22 Associazioni regionali/territoriali, dal Presidente nazionale e dal Vice-Presidente e da sette (prima erano 12) Soci eletti, ogni quattro anni, tra i Soci stessi. Il Presidente sarà eletto dall’Assemblea dei soci, ogni quattro anni, mentre prima veniva eletto all’interno del Consiglio nazionale. Non si sa come questo avverrà, anche perché i soci saranno tutti (proprio tutti, sommelier ed aspiranti tali, soci sostenitori…) ma è possibile che l’elezione del Presidente AIS si avvicinerà di molto a quella del Presidente degli Stati Uniti d’America.

L’altro passaggio nodale è che la Giunta Esecutiva Nazionale, il Gabinetto di Governo, non sarà più composto dal Presidente e dai due vice, anche perché di vice ce ne sarà soltanto più uno, e da altri sei componenti, di cui due sommelier e due sommelier professionisti, ma soltanto da tre componenti facenti parte del Consiglio Nazionale, oltre che dal Vice e dal Presidente e, udite udite, saranno tutti nominati direttamente dal Presidente.

La Giunta Esecutiva ha diversi compiti tra cui quello di elaborare progetti di bilancio, preventivo e consuntivo, che dovranno essere approvati dal Consiglio nazionale. Il Consiglio Nazionale può modificare o annullare le decisioni assunte dalla Giunta Esecutiva Nazionale nella riunione immediatamente successiva all’adozione delle decisioni stesse.

Il Consiglio Nazionale, che rimane il vero organo di Governo, un po’ Consiglio dei Ministri e un po’ Parlamento, viene obbligatoriamente convocato almeno due volte l’anno e “ogni qualvolta il Presidente lo ritenga opportuno”. Ma non basta: se si tratta di convocazione ordinaria la comunicazione viene data almeno 20 giorni prima per mail o lettera raccomandata. Se si tratta di urgenza i tempi si riducono a tre giorni. E si delibera a maggioranza semplice. Definire che cosa sia urgente, poi, riposa sulle ginocchia degli dei. Il Presidente, da ultimo, si tutela anche dai suoi fidi consiglieri della Giunta Esecutiva Nazionale attraverso uno strumento di antica civiltà regia:

  1. Il Presidente, in base al nuovo statuto, può revocare i componenti della Giunta Esecutiva Nazionale, anche singolarmente e con provvedimento motivato, dandone immediata comunicazione al Consiglio Nazionale.

Si dà la possibilità, infine, al Presidente di predisporre spese correnti non superiori all’uno per mille dell’entrate risultanti dall’anno precedente. Il tutto su ratifica della Giunta Esecutiva Nazionale.

Tra dissociazione politica e fine di una storia d’amore: a proposito di eno-pentitismo.

“Se pensi che possa cambiare il mondo ti sbagli alla grande,

è già tanto se mi cambio le mutande[1]

Caparezza, Abiura di me.

 

Parimenti alla prese di posizione pubbliche, definitive e incontrovertibili, ad opera di soggetti rilevanti nella comunicazione eno-gastronomica contro i vini biologici, biodinamici, naturali, veristi… che, tempo addietro, ebbi qualificare come forme di riposizionamento politico e di riaffermazione d’autorità veritativa nel vasto campo del giornalismo accreditato (https://vinoestoria.wordpress.com/2013/03/09/lordine-del-discorso-vinoso-che-vede-alcune-confraternite-della-parola-accanirsi-contro-i-vini-naturali/), oggi si affacciano qua e là nel web delle forme di abiura e di disconoscimento del proprio passato vinicolo.

I passaggi sono mediamente i seguenti:

1) Si ammette di aver abbracciato, sotto spinta propulsiva della Rivoluzione d’Ottobre, l’ideologia del vino naturista, puzzone e volatile come un condor peruviano.

2) A seguito di ciò si ammette di aver peccato e tremendamente peccato in pensieri, avendo rilevato, in contraddizione con la propria vista, odorato e palato la bontà di tali vini; in  parole, avendo sostenuto in pubbliche discussioni la finezza di tali vini; in opere, avendo comprato e indotto a comprare tali vini; in omissioni, avendo mancato di denunciare le brutture dei suddetti vini.

3) Ci si dissocia dal proprio passato rendendo piena confessione di tutti i reati commessi e ci si adopera per attenuare le conseguenze dannose o pericolose di questi reati.

4) Si abbraccia il nuovo umanesimo vinicolo, trasversale, equilibrato e soprattutto laico. 

Alcuni tipologie di vini ci fanno vedere una strada: sta a  noi decidere come bercela.