
Di Sconosciuto – http://varjag-2007.livejournal.com/2110190.html, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9908979
È una notizia che parrebbe di secondo piano e in relazione, secondaria o a caduta, della prima: l’Ucraina, per ragioni diametralmente opposte, interessa sia alla Russia che al fronte occidentale, o ad una parte di esso. Non è il caso di tornarci sopra tale e tanta è la letteratura a proposito. Peccato però che ogni relazione vada ad interessarsi, in maniera quasi esclusiva, dei contenziosi geo-strategici, dei posizionamenti militari, delle influenze d’area, dei transiti delle materie prime e via discorrendo.
Oggi, mercoledì 9 febbraio, è venuta fuori la notizia (Il Sole24ore pag. 5) che l’accordo fra Cina e Russia sul rifornimento di gas sarebbe previsto con pagamento in euro. La portata di questo annuncio è quantomeno dirompente e si aggiunge ad una storia di breve corso ma di grandissima importanza strategica: se la Cina non ha mai smesso di comprare oro a discapito dei dollari o di vendere titoli di stato Americani, la tendenza Russa si fa ancora più accentuata: a partire da Rosneft (https://www.ilsole24ore.com/art/rosneft-passa-all-euro-non-e-piu-dollaro-valuta-riferimento-ACOJy1o) , una delle principali compagnie petrolifere al mondo e primo esportatore russo, che sceglie l’euro come valuta di riferimento nel 2019 (tagliando così la divisa Usa da transazione di oltre 50 miliardi dollari l’anno) per arrivare alla riduzione, da parte della banca centrale russa, delle riserve in dollari da circa la metà del totale al 22% (solo nel 2018), per poi convertirle in yuan, euro o yen (oltre che in oro): “Secondo il dipartimento del Tesoro Usa, nel giro di soli quattro mesi – tra marzo e luglio di quest’anno – Mosca ha liquidato Treasuries per quasi 90 miliardi di dollari, riducendone il possesso di oltre il 90% ad appena 8,5 miliardi di dollari. Le riserve auree russe hanno invece raggiunto 2.230,4 tonnellate, per un valore di 109,5 miliardi di dollari a settembre (oltre un quinto del valore totale delle riserve della banca centrale) e sono oggi le quarte al mondo”. (Cfr. https://www.ilsole24ore.com/art/cina-e-russia-comprano-oro-e-vendono-dollari-ACtMrhp?refresh_ce=1)
Il quadro, ancora non definitivo, si chiude con l’adozione di un sistema per le transizioni interbancarie tra Mosca e Teheran alternativo a Swift, cosa che peraltro avviene già tra diversi istituti moscoviti e cinesi.
Se a tutto questo aggiungiamo la crisi delle forniture delle materie prime, il loro esorbitante rincaro, l’impossibilità di avvalersi, nel breve periodo, di fonti alternative, pare di trovarsi all’interno di una pericolosissima tenaglia.
La domanda paradossale, ma neppure più di tanto, è questa (e non solo da oggi): l’Europa nella Nato in un Nato contro l’Europa?
In attesa di una nuova Machnovščina (http://www.socialismolibertario.it/machnovicina.htm)